PSA, INNOCUO PER LA SALUTE DELL’UOMO MA PER LA ECONOMIA?Giovedì, 07 Settembre 2023

Che cos'è la peste suina africana?

È una infezione virale che colpisce i suini domestici (maiali) e selvatici (cinghiali e facoceri), non trasmissibile all’uomo. Può però essere veicolo di trasmissione del virus attraverso la contaminazione di veicoli, indumenti, attrezzature, cibo di origine o contenente carne suina, anche stagionata. È una malattia altamente infettiva e spesso mortale per gli animali colpiti, sostenuta da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus.
Questo virus è incapace di stimolare la formazione di anticorpi neutralizzanti, fattore che rende estremamente complicata la preparazione di un vaccino.


Quali sono i segni e i sintomi della peste suina africana?

I sintomi principali negli animali colpiti sono:

  • febbre

  • perdita di appetito

  • debolezza del treno posteriore con conseguente andatura incerta

  • difficoltà respiratorie e secrezione oculo-nasale

  • costipazione

  • aborti spontanei

  • emorragie interne

  • emorragie evidenti su orecchie e fianchi

 

La presenza del virus nel sangue (viremia) dura dai 4 ai 5 giorni. Il virus circola associato ad alcuni tipi di cellule del sangue, causando la sintomatologia che conduce inevitabilmente, spesso in tempi rapidissimi, al decesso dell’animale.

Gli animali che superano la malattia possono restare portatori del virus per circa un anno, giocando dunque un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche e per la sua trasmissione.

Il virus è dotato di una buona resistenza in ambiente esterno e può rimanere vitale anche fino a 100 giorni, sopravvivendo all'interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature. Nel sangue prelevato è rilevabile fino a 18 mesi.

 

 

 


Esempio di stabilimento ISO

Cosa si deve fare per evitare l’ingresso della peste suina africana in un allevamento di suini?

Per riassumere i principali vettori del virus, elencati meticolosamente punto per punto nel manuale di Biosicurezza approvato dal Ministero della Salute con la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER), sono:


  • puntura di insetti (zecche, zanzare ecc..)

  • attrezzature e indumenti contaminati da agenti esterni 

  • contatto diretto con suini già infetti

  • mancanza di pulizia all’interno delle stalle o utilizzo di prodotti non corretti

  • alimentazione poco sana oppure non controllata del suino 





Come può Borin aiutare a contrastare l’ingresso del virus all’interno dell'azienda?

I presìdi utili per aiutare ad arginare e limitare in modo efficace ed efficiente il problema sono:

  • Tappeti decontaminanti e tappeti Wave per abbattere la carica batterica delle attrezzature mobili e delle suole.

  • Barriere a lama d’aria per bloccare le vie di accesso dell’azienda che in combinazione alle nostre trappole UV riducono drasticamente la presenza di insetti potenzialmente pericolosi.

  • Stazioni igienizzanti per l’igiene delle suole, delle mani e per controllare il flusso del personale e dei visitatori autorizzati all’ingresso dei locali ad alto rischio.

  • Docce sterili come barriera d’ingresso igienizzante per pallet epal/personale nelle zone ad alto rischio.  

  • Sistemi di lavaggio centralizzati multipressione in combinazione a iniettori miscelatori e prodotti, con presidio medico chirurgico registrati dal Ministero della Salute, specifici per neutralizzare il virus durante il lavaggio di stalle, aree produttive e mezzi di trasporto. 

 

 

 

 

 

 







Fonti:


Manuale Biosicurezza Classyfarm

Spiegazione illustrata vie di trasmissione PSA 

 

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